Castiglioncello: vacanze in bianco e nero

Nel 1962, con il Sorpasso, il celebre film di Dino Risi, interpretato da Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, Castiglioncello, entrò di diritto nell’empireo delle località balneari più gettonate dei Mitici Anni Sessanta.

Rosse scogliere a picco sul mare, baie riparate, spiagge e calette bagnate dall’acqua cristallina. Il cinema a Castiglioncello fu richiamato dalla famiglia D’Amico, notissimi scrittori e sceneggiatori. Grazie a loro s’insediò nel dopoguerra la colonia di cinematografari romani. Facevano una gran vita. Il giorno ai bagni Ausonia, Nettuno, Lido, la sera o meglio le notti intere, al popolarissimo night “Ciucheba” in pinetina. Il 12 luglio 1960 apriva i battenti Il Fazzoletto, il locale che più di tutti segnò l’epoca dei vip, «il miracoloso night di Castiglioncello». Gli ospiti erano Delia Scala, i fratelli Giuffré, il regista Enzo Trapani, Sofia Loren, Claudia Cardinale, Alain Delon, le gemelle Kessler con Umberto Orsini ed Enrico Maria Salerno, Armando Trovajoli, Toni Ucci, Vittorio Gassman e Nora Ricci, e solo qualche volta Indro Montanelli. Si beveva, si mangiava, si facevano le quattro e mezzo del mattino fra le note che venivano dal giradischi e il baluginio delle candele.

Il primo attore ad avere casa a Castiglioncello fu Sergio Tofano. Panelli si costruì casa quando sposò Bice Valori. Seguì Marcello Mastroianni che aveva sposato Flora Clarabella. Paolo Ferrari non fu da meno e Alberto Sordi comprò la bella villa di Memmi Corcos. Mario Monicelli e Franco Zeffirelli, erano dei grandi presenzialisti. La famiglia Gassman, invece, era spesso ospite della pensione Fiorentina. A Castiglioncello per alcuni anni ci fu un gran passaggio di dive e divine.

Mastroianni e Panelli che se ne stavano quasi tutti i pomeriggi a chiacchierare al club delle Quattro gomme lisce, un’officina trasformata in circolo esclusivo insieme a Renzo Montagnani. A volte, al tramonto, anche Suso Cecchi D’Amico si univa alla discussione prendendo un po’ di fresco. Nel 1958 Suso, sceneggiò insieme a Vasco Pratolini, nella sua casa al mare, uno dei più bei film del dopoguerra: Rocco e i suoi fratelli. Nelle ariose stanze di Villa Bologna, la villa ottocentesca che prendeva in affitto per oltre trent’anni, erano ospiti, stagione dopo stagione, Luchino Visconti, Nino Rota, Ennio Flaiano: il gruppo che lei chiamava con nostalgia struggente «i miei pensionanti». Visconti spesso e volentieri scappava a fare shopping nella vicina Livorno. Andava a prendere le stoffe per le sue camicie oppure, si aggirava per negozi di antiquari, da dove usciva, regolarmente, con qualche acquisto sotto il braccio. Comprava di tutto, con singolare voracità e nel lessico famigliare di casa D’amico, solo per lui, fu coniata l’espressione “se ne sentiva il bisogno”. Tutti la usavano ogni volta che Luchino comprava qualcosa di cui non si sentiva la necessità. Cioè quasi sempre.

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Ma le cronache ricordano anche un Roberto Rossellini sornione e seduttivo che ammaliava i bambini con i giochi di prestigio eseguiti con le carte, oppure le sere passate da Flora Mastroianni che organizzava sedute spiritiche sulla torretta della villa a picco sulla scogliera che finivano sempre con una ridarella generale. E le danze acquatiche di Bice Valori e delle sue amiche alla scaletta dei bagni Miramare a parodia dei film hollywoodiani, e infine uno schivo Alberto Sordi che per fuggire ai tentativi dei suoi amici di fargli prender moglie, tentò la fuga gettandosi in mare, vedendosi arrivare una giunonica donna in bikini”.

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