il blocco dei licenziamenti imposto inizialmente dal decreto cura italia e, successivamente, dai vari decreti che si sono freneticamente succeduti per contrastare i gravi effetti del lockdown sull’economia, a causa del COVID-19, terminerà inesorabilmente alla fine delle settimane previste per legge. Salvo altri provvedimenti straordinari che varerà il governo per salvaguardare le aziende in grandissima difficoltà, vedasi turismo e ristorazione ad esempio, che valgono il 15% del PIL nazionale, queste ultime si troveranno a dover prendere una decisione drammatica, e cioè quanti lavoratori mantenere in forza e quanti licenziarne. Sarà una scelta drastica ma obbligata che molti imprenditori, loro malgrado, saranno costretti a compiere per poter salvaguardare l’azienda e sperare un giorno di poter riassumere di nuovo tutti. Si perderanno per sempre alcune professionalità tipiche della nostra nazione, pensiamo alla filiera del tessile e del manifatturiero di lusso, composto da lavoratori che inevitabilmente prenderanno il volo verso luoghi che potranno garantire loro un futuro, creando un vuoto incolmabile nella già debole economia italiana.
Le ripercussioni di questa perdita di occupazione si vedranno nel giro di qualche mese sulla economia reale che perderà valore giorno per giorno in quanto verrà meno la domanda interna ed i consumi crolleranno. Non ci sarà più una gran parte di persone con capacità di spesa.
La soluzione è il fantomatico piano marshal fatto di bazooka economico e di investimenti su infrastrutture, industria 2.0, turismo. Ma ad oggi, purtroppo, tutto ciò resta ancora soltanto nelle parole.