Sono stati i due figli della diva hollywoodiana Luca Dotti e Sean Hepburn Ferrer a voler celebrare il prossimo anniversario della sua scomparsa (20 gennaio 2018) con un’asta organizzata da Christie’s che mette in vetrina oggetti, abiti, ricordi e fotografie della grande Audrey Hepburn.
I figli assicurano che si tratterà di un evento “democratico”, con l’occasione di accaparrarsi un ricordo della diva anche a cifre ragionevoli, magari uno degli indimenticabili vestiti indossati nei film “Vacanze romane”, “Sabrina” o “Colazione da Tiffany”, o i suoi copioni con tanto di appunti scritti a mano, il suo primo contratto da ballerina, e naturalmente le inimitabili ballerine, e gli scatti preziosi dei fotografi Cecil Beaton e Richard Avedon.
Quotazioni a parte, l’evento è una nuova occasione per ricordare una diva davvero speciale, che ai riflettori di Hollywood ha sempre preferito una vita defilata, con pochissime concessioni al gossip e un grande impegno umanitario che l’ha accompagnata anche negli anni della malattia.
Forse perché, al contrario di tante colleghe, la deliziosa Audrey ha sempre conservato un atteggiamento umile, considerando la propria parabola professionale come quella di una moderna cenerentola, un po’ come la protagonista del film “Sabrina”. Per rendersene conto basta ricordare l’aneddoto del suo incontro nel 1953 con Hubert de Givenchy, lo stilista allora in piena ascesa, contattato da una casa di produzione hollywoodiana per disegnare gli abiti di scena di una certa “Hepburn”.
Peccato che a quei tempi un’altra Hepburn fosse al culmine della gloria. una certa Katherine, colosso di Hollywood con alle spalle una lunga scia di successi internazionali.
Non stupisce quindi la delusione dello stilista nel trovarsi di fronte questa esile ragazzina con gli occhioni da cerbiatta, che ormai abituata al malinteso disse candidamente: “Lei aspettava Katherine, io sono Audrey. Non si preoccupi, succede spesso. Vuole che me ne vada?”. Tra i due nascerà poi un feeling speciale, e il binomio Audrey Hepburn – Givenchy segnerà la storia della moda.