“La politica non mi ha mai appassionato. Mi ha fatto solo spendere un sacco di tempo e di energie. Se sono sceso in campo è solo per impedire l’ascesa dei comunisti al potere, visto che Tangentopoli aveva praticamente cancellato la storia e i protagonisti di tutti e cinque i partiti democratici che ci avevano governato per cinquant’anni. Non esistevano altre alternative. So solo che tanto in politica estera quanto in politica interna non ho mai sbagliato un colpo. E non sono caduto per colpa mia”. Silvio Berlusconi, in occasione dei suoi 80 anni (che compirà il 29 settembre), si racconta in un’intervista esclusiva a Chi.
“Nessun amico in politica” – Incontrato da Alfonso Signorini, direttore del settimanale (in edicola mercoledì 28 settembre), l’ex Presidente del Consiglio, parla quindi del suo rapporto con il mondo della politica e della sua esperienza alla guida di Forza Italia e del Paese, soffermandosi anche sui rapporti personali. “Pensandoci bene, non mi viene in mente neppure un nome di un vero amico in politica. Ma non sono tipo da portare rancore: chi ha tradito non ha tradito me, ma gli elettori che l’avevano portato in Parlamento”, spiega Berlusconi.
L’amore per i genitori – Tra i ricordi di Berlusconi, l’affetto per i genitori: “Ho avuto una famiglia eccezionale: mamma e papà mi sono sempre stati vicino e mi hanno sempre sostenuto, anche quando non erano d’accordo su certe mie scelte che giudicavano troppo ardite. Il giorno più felice e quello più triste della mia vita sono legati in modo forte e indissolubile a loro”. L’ex premier ricorda come il giorno più felice della sua vita quello in cui il padre Luigi, antifascista rifugiato in Svizzera dopo l’8 settembre, rientrò in Italia raggiungendo la famiglia a Oltrona di San Mamette, Comune in provincia di Como dove erano sfollati per sfuggire ai bombardamenti. “Avevo solo nove anni ma quel giorno lontano lo ricordo come se fosse ieri – ricorda l’ex Premier -. Quando scese dal treno che arrivava da Como mi prese in braccio e mi portò tra le braccia fino a casa, mentre io lo riempivo di baci. Ecco, quello è stato il giorno più bello della mia vita”. Un ricordo speciale anche per la mamma Rosa: “Perderla è stata una sofferenza forte, profonda. Il nostro rapporto era speciale: ci sentivamo al telefono almeno due volte al giorno e ogni volta lei mi diceva quanti rosari aveva sgranato per me. Quando mia madre è morta, l’ho sostituita con Marina: Marina oggi per me è madre, sorella e figlia”.
Le relazioni sentimentali – Dai matrimoni con Carla Dall’Oglio e Veronica Lario all’attuale compagna Francesca Pascale, Berlusconi ripercorre poi le sue relazioni sentimentali. “L’amore è stato importante nella mia vita, ma, confesso, la passione e l’impegno per il mio lavoro hanno spesso preso il sopravvento”. “Non c’è alcuna crisi tra noi, come invece si ostinano a scrivere i giornali”, afferma il presidente di Forza Italia a proposito della situazione con la Pascale.
Il Milan – Non poteva poi mancare un passaggio sul Milan, grande passione sportiva di Berlusconi. “Ho un rimpianto – si legge nell’intervista – quello di non aver potuto lavorare sul Milan come avrei voluto. Se negli ultimi anni il Milan non è stato come prima è solo perché non ho avuto più tempo per occuparmene personalmente”. Proprio su questo “abbandono”, Berlusconi commenta dicendo che “si fa presto a parlare, per anni ho lavorato almeno tre pomeriggi alla settimana con i miei avvocati per preparare le 3.600 udienze dei 73 processi politici che ho dovuto subire. Sono comunque il presidente di club che ha vinto di più nella storia del calcio”.
“Ho sempre vissuto come se avessi 40 anni, poi la malattia” -“Nella mia vita non ho mai pensato all’età. Al contrario, ho sempre vissuto come se avessi quarant’anni, perché così mi sentivo: pieno di curiosità, di voglia di fare. Poi, improvvisa, è arrivata la malattia. E con l’operazione che ho subito è arrivata forte la consapevolezza che sono un uomo di ottant’anni. Sto guardando in modo ancora incerto a quello che può essere il mio futuro”, rivela ancora Berlusconi.
La festa di compleanno e l’affetto per i nipoti – Infine, una battuta sui festeggiamenti: “Nessuna festa di compleanno. Farò solo una cena con i miei cinque figli. E ho pregato tutti quanti di non farmi nessun regalo. Se proprio vogliono, facciano beneficenza. La cosa che ho realizzato, forse la più importante, è che passerò più tempo con i miei figli e i miei nipoti. Dedicherò più tempo alle persone a cui voglio bene. Come ho fatto questa estate. Ed è giusto così: cinque figli e dieci nipoti fanno un patriarca. E io questo mi sento”.