Simona Izzo: «Con Ricky è per sempre»

Simona Izzo vive da trent’anni con Ricky Tognazzi e potrebbe scrivere un trattato sulle famiglie allargate: «Mi fermano per strada a chiedermi consigli, soprattutto le donne. Potrei essere una specie di docente sull’argomento. I problemi sono sempre gli stessi, cioè i doppi compleanni e i doppi Natali con i figli e le liti tra genitori».

Simona, invece di scrivere un trattato ha diretto il film Lasciami per sempre (nelle sale dal 20 aprile) con Barbora Bobulova, Max Gazzè, Valentina Cervi, la nipote (incinta) Myriam Catania e Maurizio Casagrande. Racconta di una famiglia allargata che si ritrova al compleanno del ventenne Lorenzo (Andrea Belisario). Attorno alla torta ognuno (mariti, ex, neo fidanzati, figli e genitori) darà sfogo alle proprie frustrazioni. Insomma un racconto sulla famiglia che per certi versi può essere un cappio al collo, per altri una salvezza.

Simona, questa commedia è autobiografica?

«Non totalmente. Diciamo che la mia famiglia è fonte d’ispirazione e che me ne intendo di famiglie allargate. Questo film lo dedico ai figli di separati che trascorrono un compleanno con la madre e un altro con il padre o per ripicca magari uno dei due non si presenta».

Quanto è difficile dire “per sempre”?

«Il titolo del film parte da questo assunto: “È difficile amarsi per sempre, ma è impossibile lasciarsi per sempre”. Sono del partito della “trasformazione dei sentimenti”. Siamo fatti del nostro passato e non dobbiamo negarlo, ma possiamo trasformarlo. Sono trent’anni che faccio pranzi e Natali con la famiglia allargata per farlo capire a Ricky. Persino in cucina si rielaborano gli ingredienti, perché non si può fare coi sentimenti?».

Perché è più complicato farlo capire agli uomini?

«Portano con sé più rancore, o forse perché le famiglie sono gestite dalle donne. Gli uomini fanno fatica a trasformare un sentimento passionale e amoroso in amicizia. Credo invece che sia giusto non fare a meno dell’amore vissuto».

Con Ricky è “per sempre”?

«Sì, perché siamo entrambe reduci da altri matrimoni con figli. Per noi è stato come una specie di vaccinazione».

La famiglia che cos’è?

«È come un cordone ombelicale che può strozzare, ma nello stesso tempo può fa star bene. Come dice nel film il giovane Andrea: “La famiglia quando c’è mi pesa e quando non c’è mi m

Che nonna è?

«Sono diventata nonna a 42 anni. I nipoti sono stati come una gravidanza tardiva, è come se fossero dei figli. Porto sempre dentro di me una frase: “Se avessi saputo che i nipoti fossero stati così belli li avrei fatti prima dei figli”. Adesso ho l’età da nonna ed è bello».

Li vizia?

«Un po’ sì, però poi glielo faccio pagare…». Sorride.

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