Ogni volta che si festeggia l’anniversario di un anime anni Ottanta ci si sente vecchi. Candy Candy c’ha 40 anni, David Gnomo ne ha 30 ed è coetaneo di Holly e Benji e di Mila e Shiro, e il contenitore che ne ospitava la maggior parte, Bim Bum Bam, ha spento da poco le 35 candeline. Sì signori c’abbiamo una certa età. Quando poi parli con qualcuno che non ha ancora scavallato i 30 anni e ti senti chiedere “Chi è Lamù?” allora capisci cos’è il gap generazionale.
E quindi per riempire questo vuoto nella cultura degli under 30 e per far rivivere le sensazioni del tempo per chi li ha già varcati ecco chi era Lamù che proprio oggi compie 35 anni.
Era il 14 ottobre 1981 quando la tv giapponese mandò in onda per la prima volta l’anime Lamù (tratto dal manga pubblicato tre anni prima e creato da Rumiko Takahashi la stessa autrice di Ranma 1/2 e Inuyasha) con protagonista una sensuale aliena che se ne va in un succinto bikini tigrato. In Italia arrivò nel 1983 con il titolo Lamù, la ragazza dello spazio e non approdò mai sulle reti generaliste (leggi Bim Bum Bam) rimanendo confinato alle tv locali e non subendo quindi alcuna censura (eccetto eventualmente quella casalinga dei genitori che la consideravano inappropriata per i loro pargoli).
La trama in breve? Gli alieni, in questo caso il popolo degli Oni, invadono la Terra con lo scopo di conquistarla. Ma lasciano una speranza agli esseri umani: se uno di loro riuscirà a toccare le corna di Lamù, la figlia del capo degli Oni, la Terra sarà salva. Attenzione spoiler: lo stratagemma che utilizza Ataru (il giovane prescelto) per toccarle le corna è strapparle il reggiseno per distrarla e rallentarla.