Elena Sofia Ricci: «La madre “giusta”»

«Ci sono stati anni bui, malinconici: è successo da ragazza, quando la vita ha rischiato di scorrermi affianco invano, che non riuscissi a prenderla per il verso giusto. Per questo, oggi che ho 55 anni, non posso lamentarmi della mia età, né posso morire facendo solo televisione. Che è bellissima, stupenda, ma sento un bisogno naturale di teatro, rinnovamento, impegno, linfa, regia». Elena Sofia Ricci ha fatto una toccata e fuga al Cortinametraggio per presentare L’Amore rubato di Irish Braschi, liberamente ispirato al romanzo di Dacia Maraini contro il femminicidio.

«Più cresci, più intorno a te si fanno alte le aspettative, e non vuoi deluderle. Ogni giorno è un’esame di maturità». Anche per il corpo? «Io non mi sono mai sentita bella. Ho sempre salvato il mio viso più del mio fisico: bello il seno, brutte le gambe. Ma se prendo una foto di quando avevo 25 anni con zero rughe com’ero allora mi piace meno di come sono oggi che è subentrata pure la tenerezza, per questo mio corpo. Invecchiare significa proprio questo: fregarsene che non è più lui il punto di forza su cui puntare».

A chiederle che madre è, cita una lettera di sua figlia Emma, 21 anni: «Mi ha definito con un aggettivo che non avrei potuto chiedere di meglio. “Ti vorrei dire che sei stata una mamma stupenda, speciale, ma la verità è che tu sei stata una mamma giusta”, mi ha scritto. Intendeva dire equilibrata, che non ho fatto cadere i pesi né da un lato né dall’altro, che non sono stata né troppo brava, né troppo cattiva, ma solo giusta, tutto sommato sufficiente, e per me è stato come dire che sono stata eccezionale».

Paura e godimento più grandi di questa età? «Lo spavento è della malattia, del dolore: sono circondata di persone che stanno male, e lottano, e quando incontro i loro sguardi che con me sono stati felici vedo le mie paure, che in fondo sono le paure di tutti, ma quando inizi a non avere più 30 anni, e non sono più 40, e non sono più neanche 50, ecco, senti più vicina l’idea di una sofferenza, di una dipartita precoce, e questo ti spaventa. Lo fa perché hai le tue figlie ancora giovani, e tanto da volere vivere ancora. Per cui aumenta l’urgenza di volere trasmettere le cose che ti sono rimaste da dire e ancora non hai detto. Il godimento? Nel comprendere che non si può sprecare più niente, che c’è solo da fermare i momenti belli. Sono almeno due ogni giorno: quando ti svegli e quando vai a dormire stando bene

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *