Fregene: la villeggiatura d’antan degli italiani in bianco e nero

C’era una volta la villeggiatura, quando intere famiglie lasciavano la città e correvano in auto stipate per raggiungere il mare o la montagna. Erano i favolosi anni Cinquanta e Sessanta e cominciava l’epopea dell’«Agosto, moglie mia non ti conosco», con i mariti soli nelle città a lavorare (e a morire di caldo) e mogli e figli parcheggiati nel villino o nella pensioncina della meta turistica, prescelta. I venerdì arrivavano puntuali, e tutti i “paparini”, ma proprio tutti, diventavano santi e immacolati per l’occasione.

Oggi tutto ciò ci appare come una cartolina vintage dagli angoli un po’ ingialliti e smussati, ma fino all’altro ieri, gli italiani in vacanza erano molto più poetici di oggi, o meglio sapevano godersi meglio le vacanze! Negli anni Cinquanta e Sessanta, l’Italia scopre la villeggiatura. E in villeggiatura si va soprattutto al mare.Fregene divenne in quegli anni la “Hollywood sul mare”. I grandi registi del cinema italiano si ritrovavano, d’estate, nel villaggio dei Pescatori e nel ristorante Mastino a parlare di cinema e progetti per il futuro con spensierata e preziosa amicizia. Franco Rosi, Ettore Scola, Gillo Pontecorvo, Nanni Loy, Lina Wertmuller e Franco Solìnas, erano tutti di casa.

Gli stabilimenti non erano molti, il più alla moda era Tony, dove Rossano Brazzi, Gino Cervi e altri divi del cinema d’oro, italiano, ça va sans dire, erano degli abitué. Presto arrivarono Gian Maria Volontè e Walter Chiari, i fratelli Vanzina, erano di casa all’Hotel Villa dei pini, il più caro ed esclusivo albergo del luogo. Il Sogno del Mare, con le cabine verdi e gialle, era una piccola Hollywood sul mare. La sera le comitive vip e non andavano a ballare sotto le pagode di paglia del Tirreno e della Conchiglia. I Platters, Peppino di Capri e Gino Paoli si esibivano alla Nave, lo stabilimento con i grossi fumaioli che piacevano anche a Fellini. Ma l’evento di quelle torridi estati profumate di gelsomino e plumbago in fiore, negli anni Sessanta, se lo accaparrò l’Oasi con il concerto di Mina, la diva di Studio Uno. Le cronache mondane dell’epoca, pur di far notizia, raccontarono un piccolo incidente della Divina: pare infatti che la Tigre di Cremona, fosse diventata improvvisamente rauca per il clima piuttosto umido e che per ritrovare la voce avesse ingurgitato alici sott’olio, omaggio dei pescatori del Villaggio.

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Alberto Moravia e Dacia Maraini assieme a Pier Paolo Pasolini aspettavano il tramonto prima di rientrare dal mare nel casotto a forma di Cubo, accanto al fiume Arrone, mentre Gillo Pontecorvo invitava Marlon Brando a mangiare la zuppa di pannocchie nella sua casetta. Solìnas, ospitava da Mastino, Costa Gravas e Joseph Losey. Da Fellini, invece, era spesso di casa Marcello Mastroianni, soprattutto quando era in crisi. Si rintanava con la Masina, scappando dal Villaggio dei Pescatori dove aveva comperato una casa, per fargli le sue confidenze. I due passeggiavano insieme anche sulla spiaggia, “dove la sabbia è fina fina” diceva la Masina.

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