26 anni fa moriva Ugo Tognazzi

Ventisei anni fa, il 27 ottobre del 1990, moriva Ugo Tognazzi, mattatore della commedia all’italiana con Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Nino Manfredi. Nato a Cremona il 23 marzo del 1922, Tognazzi vive gli anni dell’infanzia in varie città per tornare poi, nel 1936, nella città natale dove, quattordicenne, trova lavoro come operaio alla Negroni, celebre fabbrica produttrice di salumi, e, nel tempo libero, recita in una filodrammatica del dopolavoro aziendale.

Durante la Seconda guerra mondiale viene chiamato alle armi e si dedica con impegno a organizzare spettacoli di varietà per i commilitoni. Dopo l’armistizio dell’8 settembre ritorna a Cremona dove lavora come archivista. La passione per lo spettacolo però gli fa abbandonare il lavoro e lo fa trasferire, nel 1945 a Milano. Qui partecipa ad una serata per dilettanti tenuta al Teatro Puccini a seguito della quale viene scritturato dalla compagnia teatrale di Wanda Osiris.

Nel 1950 esordisce al cinema in un film diretto da Mario Mattòli, I cadetti di Guascogna, al fianco di Walter Chiari. L’anno seguente conosce Raimondo Vianello con cui forma una coppia comica di grande successo che dal 1954 al 1960 lavora per la neonata Rai Tv. A consacrare la coppia sul piccolo schermo è il varietà Un due tre; la comicità più popolaresca e sanguigna di Ugo e quella più raffinata e ‘inglese’ di Raimondo si compenetrano a vicenda con ottimi risultati comici.

Dopo numerose farse cinematografiche e televisive, Tognazzi negli anni sessanta passa alla commedia all’italiana, dando un apporto molto personale al genere: al suo interno infatti gioca magistralmente la carta delle sue radici equidistanti tra l’operosa Milano e la godereccia Bassa Padana tra Cremona, Piacenza e Modena, interpretando personaggi emiliani in modo assolutamente convincente, prima per Alberto Bevilacqua (La Califfa, 1971; Questa specie d’amore, 1972) e poi per Bernardo Bertolucci (La tragedia di un uomo ridicolo, 1981, che valse a Tognazzi la Palma d’Oro a Cannes come miglior attore protagonista).

Attaccato alla sua terra e alla sua città – non era infrequente trovarlo allo stadio Zini a tifare per la Cremonese del suo amico e primo compagno di palcoscenico Domenico Luzzara, il presidente – Ugo ritagliava spesso per i suoi personaggi battute in dialetto cremonese. Leggendarie sono quelle, numerose, contenute nel film La marcia su Roma (1962) di Dino Risi.

Nella pellicola che lo lanciò nel cinema satirico, Il federale (1961) di Luciano Salce, il suo personaggio è nato ad Azzanello, piccolo paese in provincia di Cremona. Nel ruolo del Conte Mascetti travolge un vigile con la sua supercazzola, in Amici miei di Mario Monicelli (1975).

Ugo è impegnato nelle trilogie di Amici miei (1975, 1982, 1985) e Il vizietto (1978, 1980, 1985), che hanno grande successo di pubblico. Si è autodiretto al cinema più volte (Il mantenuto, 1961; Il fischio al naso, 1966; Sissignore, 1968; Cattivi pensieri, 1976; I viaggiatori della sera, 1979), e nel 1970 anche nella serie televisiva FBI – Francesco Bertolazzi investigatore.

Negli anni ottanta Tognazzi si dedica soprattutto al teatro, recitando in Sei personaggi in cerca d’autore a Parigi (1986) e ne L’avaro (1988).

Esperto culinario e grande tombeur de femmes, ma anche amico di Gassman, Villaggio, Salce e Monicelli, negli ultimi anni della sua vita Tognazzi si ammala di depressione. Il 27 ottobre 1990 muore improvvisamente, nel sonno, a Roma per un’emorragia cerebrale, lasciando incompleta la serie televisiva Una famiglia in giallo, rimasta il suo ultimo lavoro.

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