E’ il più celebre musical di Broadway di tutti i tempi, capolavoro insuperato di Leonard Bernstein.
West Side Story è un musical che debuttò con successo per la prima volta il 26 settembre 1957 a New York per il Broadway theatre diretta dal compositore per la regia di Jerome Robbins, I costumi di Irene Sharaff arrivando a 732 recite. La storia è una revisione in tempi moderni della tragedia Shakespeariana Romeo e Giulietta.
Nel 1961 la United Artists ne realizzò una versione cinematografica per la regia di Robbins e Robert Wise che debuttò nelle sale il 18 ottobre. Il film – che aveva tra gli interpreti anche Chakiris – vinse dieci Academy Awards cinematografici, tra i quali quello per il miglior film. Mai un film musicale aveva ricevuto così tanti riconoscimenti.
Il film risulta a tutt’oggi uno dei più bei musical e, allo stesso tempo, uno dei capolavori di tutti i tempi nella storia del cinema, premiato con ben 10 Oscar e osannato da milioni di persone in tutto il mondo
La storia è un rifacimento della tragedia di William Shakespeare Romeo e Giulietta. Il tema tragico, la musica sofisticata e le istanze sociali rappresentate segnarono il linguaggio musicale del teatro in inglese che in precedenza si era dedicato, tranne rare eccezioni, a temi leggeri. West Side Story è ancora oggi rappresentato con una certa frequenza da teatri minori e, occasionalmente, da compagnie anche importanti.
Le musiche, scritte da Bernstein, sono molto popolari. Tra le canzoni si ricordano Something’s Coming, Maria,America, Somewhere, Tonight, Gee, Officer Krupke, I Feel Pretty, One Hand, One Heart, e Cool.
La prima bozza del musical teatrale ruotava su una differenza non solo etnica, ma anche religiosa: doveva essere la storia di un ragazzo cattolico innamorato di una ragazza ebrea, e chiamarsi East Side Story. Ma l’ondata migratoria di portoricani che si stabilirono a New York tra gli anni Quaranta e Cinquanta convinse gli autori a dare un’impronta diversa alla storia. Fu cambiato il titolo e l’identità portoricana del gruppo degli Sharks fu sottolineata, oltre che dal marcato accento ispanico dall’esuberanza “latina”, con alcuni pezzi musicali: America, cantata da tutta la banda degli Sharks e dalle ragazze, è forse il più famoso (ma ci sono anche Maria e Somewhere: tutta farina del sacco dei due grandissimi Leonard Bernstein e Stephen Sondheim). Nonostante il successo del musical teatrale, le regole per la censura cinematografica imposero, tra gli altri cambiamenti, alcune modifiche al testo originale della canzone, che era stata considerata razzista verso i portoricani: invece di sottolinearne difetti e tratti distintivi, la versione inserita nel film si limita a enfatizzare il razzismo e la discriminazione di cui erano vittima.
Le scene in esterni del film sono girate a New York, per una precisa scelta di regia di Robert Wise e Jerome Robbins: furono scelti scorci decadenti e trascurati per fare da sfondo a lotte tra immigrati e ragazzi di origini umili, di conseguenza la produzione dovette fare i conti con la presenza di vere bande nella zona. Il problema fu risolto assumendo alcuni dei membri di queste bande per controllare l’area delle riprese e accertarsi che non succedessero incidenti.
Per incentivare il realismo degli scontri, gli attori che interpretavano i membri degli Sharks e dei Jets furono incoraggiati ad atti di bullismo anche fuori dal set, per mantenere alta la tensione e poter dare il massimo durante le riprese.