“A 26 anni ho capito che non potevo passare la vita chiuso in un ufficio, così mi sono messo in viaggio”. Era l’ottobre 2011 e da quel giorno Carlo Taglia, 31enne torinese, non ha più smesso di viaggiare. Ha lasciato il suo lavoro in una società che produce impianti fotovoltaici e ha intrapreso un viaggio che lo ha portato a percorrere 100mila chilometri attraverso 24 paesi in 528 giorni senza prendere aerei. Quel viaggio lo ha raccontato su un blog che poi è diventato un libro “Vagamondo: Il giro del mondo senza aerei”, da mesi in testa alle classifiche dei libri di viaggio più venduti su Amazon. Nel frattempo Taglia ha continuato a visitare paesi e a raccontarli, ha scritto un altro libro, “La fabbrica del viaggio”, autopubblicato come il primo, e tra una presentazione e l’altra sta già pensando ai prossimi viaggi.
Cosa ti ha spinto a lasciare il tuo lavoro e a intraprendere un viaggio intorno al mondo?
Avevo già avuto delle esperienze in Spagna, Pakistan e Australia dove ho vissuto e lavorato per tre anni, quindi sapevo cosa significa viaggiare e quello che mi può dare. Sono tornato in Italia per alcune questioni personali e ci sono rimasto qualche anno. Nel 2011 è finita una relazione che mi teneva ancorato qui e ho realizzato che la mia vita non poteva consumarsi alla scrivania di un ufficio. Così mi sono licenziato e ho deciso di fare questo giro del mondo senza aerei.
Come mai hai scelto di non prendere aerei?
Il viaggio via terra o via mare è più avventuroso e più romantico oltre a essere più sostenibile. Muovendosi con treni, auto, biciclette, pullman, navi mercantili ti rendi conto delle reali dimensioni del mondo e lo scopri un pezzetto per volta, lentamente, adattandoti al cambiamento.
Quale dei posti che hai visitato ti ha segnato di più?
Senza dubbio l’India, dove mi sono fermato tutto il tempo che il mio visto permetteva. In India ho iniziato a praticare e Yoga, a curare l’alimentazione e ho intrapreso un percorso introspettivo che poi ho continuato a sviluppare anche nei paesi che ho visitato in seguito.
Di cosa non puoi fare a meno quando sei in viaggio?
Dei tappi per le orecchie. Per me che ho il sonno leggero sono fondamentali, trovandomi spesso a dormire in posti affollati. Viaggiando in solitaria poi, non possono mancare un buon libro e la musica. Diventano i tuoi compagni di viaggio.
Come è nata l’idea di scrivere un libro?
Durante il viaggio ho iniziato a scrivere un blog di viaggio, per gli amici e pochi altri. Poi ho visto che la gente mi seguiva e si interessava a quello che facevo e ho capito che poteva diventare un libro. Al mio ritorno l’ho proposto ad alcuni editori ma tutti volevano fare delle modifiche così ho deciso di pubblicarlo da solo. Il libro ha iniziato a vendere bene e ho cominciato a ricevere richieste di interviste e presentazioni. Io non me l’aspettavo e non ero preparato: sono scappato in India per un po’. Quando sono tornato in Italia ho deciso di seguire il libro, ho fatto le presentazioni, rilasciato le interviste e il successo è stato impensabile.
Tanto che hai deciso di scrivere un secondo libro..
Sì in tanti mi chiedono consigli per mettersi in viaggio così ho pensato di condensare la mia esperienza in un manuale. Non è la classica guida ma una serie di consigli pratici su come preparare il bagaglio, come muoversi, dove dormire, come fare a lavorare in viaggio.. Diverse case editrici mi hanno contattato ma ho deciso di continuare con l’autopubblicazione. Il libro è uscito a febbraio e sta andando bene. Sono appena tornato dalla Sardegna dove ho fatto alcune presentazioni che sono andate benissimo: ho persino finito i libri.
Che progetti hai per il futuro?
Ho 31 anni e ho visitato una cinquantina di paesi. Il mio obiettivo è arrivare a 200. Sto
per partire per la Svezia dove vivrò alcuni mesi in una comunità nella foresta. A dicembre farò un viaggio in America latina ma il progetto grosso a cui sto lavorando è attraversare l’Africa via terra il prossimo anno. Da quel viaggio poi potrebbe nascere un altro libro. Ho voglia di andare avanti e continuare a scrivere di viaggi: mi riempie di orgoglio sapere che attraverso i miei libri tanti abbiano trovato il coraggio di partire e inseguire i propri sogni.