Lory Del Santo: «Quando una madre si ammala»

Determinazione, intraprendenza e coraggio. Sono queste le tre parole chiave nella vita di Lory Del Santo, attrice, regista, showgirl e icona sexy. Che oggi dice di sentirsi serena anche se non dimentica i litigi furiosi, ogni giorno, con la madre. Da cui non si è mai sentita amata. Fino a poco tempo fa.

Lei non parla mai di sua mamma.
«Il rapporto con lei è stato terribile fino a quando, quattro anni, fa si è ammalata. Ha avuto un ictus per metà paralizzante ed è stata costretta alla sedia a rotelle.

Non so cosa sia successo nella sua mente, ma da quando non ha più la facoltà di parlare (lo riesce a fare solo a stento) mi sorride e mi manda baci».

Che tipo era sua madre?
«Era una donna confusa e piena di paure, che celava dietro a un atteggiamento duro e glaciale.
Nei miei confronti è sempre stata molto rigida e fredda, al limite della cattiveria. Manesca, mi schiaffeggiava senza motivo, solo sulla base di sospetti e dicerie. Insomma, io ero sempre colpevole, a prescindere dalla realtà».

Mai nessuna tenerezza?
«No, mai. Non un bacio, un complimento o un apprezzamento».

E suo padre?
«Non mi ricordo di lui, è morto quando ero piccolissima in un incidente d’auto. Allora mamma aveva 25 anni».

Le è mancata la presenza del papà?
«Non molto, in realtà, perché io non ho mai saputo che cosa significasse avere un padre. Detto questo, una volta mia madre si lasciò sfuggire che papà non le avrebbe mai permesso di schiaffeggiarmi. Da allora l’ho mitizzato: ho immaginato che papà mi avrebbe difeso e coccolato, compresa e spronata».

Mamma come reagì al suo successo in tv?
«Male. Mi ha sempre criticata, convinta che il lavoro in televisione non fosse un mestiere né duraturo, né serio».

E cosa le disse quando diventò nonna?
«Fu un ennesimo dramma: non sopportava l’idea che non mi sposassi».

Ma oggi che legame ha con sua madre?
«Dopo aver provato per tutta la vita rabbia e rancore verso di lei, l’ho perdonata alla luce della sofferenza che sta vivendo. E poi, la malattia l’ha resa fragile e bisognosa dell’aiuto altrui».

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