Nove anni fa, scompariva Enzo Biagi

Il giornalismo era il sogno della sua vita e cominciò a realizzarlo a 17 anni, scrivendo di cronaca e colore per il quotidiano cattolico L’Avvenire. Dopo aver partecipato alla Resistenza, nel 1952 assunse la direzione del settimanale Epoca, che con lui diventò la prima rivista italiana.

Nel 1961 entrò in Rai come direttore del TG 1 e spalancò le porte della TV pubblica a grandi firme, come Giorgio Bocca e Indro Montanelli, accanto a giovani promesse, quali Enzo Bettiza ed Emilio Fede. Negli anni a venire divenne una firma storica del Corriere della Sera, cui ritornò dopo una breve parentesi al quotidiano rivale la Repubblica.

Dal 1995 fu alla conduzione de “Il Fatto”, un programma di approfondimento dopo il tg, considerato il miglior programma giornalistico realizzato nei primi cinquant’anni della Rai. Le diatribe che videro Enzo Biagi criticare aspramente Silvio Berlusconi portarono all’allontamento del giornalista dall’emittente televisiva.

Tornò in TV dopo due anni di silenzio a “Che tempo che fa”, intervistato da Fabio Fazio, manifestando espressamente il suo legame verso la Rai. Dopo sette puntate di RT Rotocalco Televisivo (sua storica trasmissione del 1962, riproposta in versione moderna su Rai 3), vide la sua salute aggravarsi e fu costretto a ritirarsi. Morì in una clinica milanese il 6 novembre 2007

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