Raffaella Carrà: «Io, icona gay per il coraggio, l’energia e libertà»

«Morirò senza saperlo. Sulla mia tomba lascerò scritto: “Perché sono piaciuta tanto ai gay?”». Scherza Raffaella Carrà, icona gay che oggi doveva essere a Madrid per il World Pride 2017 («Mi avevano chiesto di cantare davanti a due milioni di persone. Ho detto di no per timidezza. Tanto ci sarò lo stesso, perché si metteranno la parrucca bionda e intoneranno in coro: “A far l’amore comincia tu…”. E poi “Fiesta”, “Luca”, persino “Rumore”, la più difficile…»).

Il premio come madrina del World Pride, però, la Carrà lo ha ritirato qualche giorno fa nell’ambasciata italiana.
Twittando, poi: «Dieci anni fa il #WorldPride2017 era a #Roma oggi hanno scelto me: per il tuo coraggio, l’energia e libertà. Questa la motivazione. Grazie».

Del perché sia da sempre celebrata dal mondo omosessuale, la showgirl ne parla oggi sul Corriere della sera. Partendo dalla propria infanzia: «Mi hanno cresciuto due donne. Tre, contando la nurse inglese: severissima. Mia mamma Angela Iris fu una delle prime a separarsi nel dopoguerra. Non si risposò più. Nonna Andreina era rimasta vedova di un poliziotto». Poi arrivano gli anni della scuola e del centro di cinematografia a Bologna: «Uscivo solo con i gay. Quando in sala faceva buio, loro non cercavano di tastarti. Il babbo ogni tanto mi telefonava per chiedermi se ero ancora vergine, minacciando in caso contrario di togliermi da mia madre e dal centro sperimentale. Ero così terrorizzata che fino ai 18 anni non mi sono lasciata toccare con un dito…».

Sull’adozione per i gay, Raffaella Carrà si dice «combattuta»: «Credo che la natura delle cose arriverà a fiorire da sola. Intanto si sono già fatti passi avanti. Due persone che si amano possono prestarsi assistenza. Ricordo il povero Don Lurio disperato perché aveva un compagno molto malato e non poteva andare in ospedale a trovarlo».
Molto più determinata, invece, sull’adozione per i single: «Vorrei sapere perché io, cresciuta da una mamma single, non ho potuto avere un figlio in quanto single! Ho persino pensato di farmi spagnola: cioè prendere la cittadinanza. Lì avrei potuto adottare. Ma mi è mancato il coraggio. Gli italiani, gay e non gay, sono tutti scontenti».

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