William e Harry hanno parlato della mamma a Kate. Ma hanno omesso una cosa fondamentale

C’è qualcosa che è mancato nella confessione che William e Harry hanno fatto davanti a Kate, confidandosi sui problemi e le difficoltà affrontate dopo la morte di Diana: il riferimento al principe Carlo. Nessun accenno, nessun ringraziamento: un’assenza pesante che non è passata inosservata agli occhi dei media inglesi. Robert Jobson, Royal Commentator per il The Mail On Sunday, ha scritto sul Daily Mail un lungo articolo in cui riscatta la figura del “padre single”, sottolineando quanto siano stati inopportuni i tre a non fare alcun riferimento. “È stata come un’imbarazzante omissione ad un discorso di matrimonio. È stato come se il marito avesse omesso di ringraziare il padre della sposa”.

La campagna portata avanti da William, Harry e Kate per “Heads Together”, a favore della salute mentale, ha avuto un enorme successo grazie anche ai racconti dei figli di Diana che per la prima volta hanno parlato in maniera dettagliata della perdita della madre. Nei loro discorsi, però, non c’è traccia del padre. Eppure anche lui, secondo Jobson, ha sofferto: “Non è stato facile neanche per Carlo, nonostante il tono delle notizie comparse sui media in questi giorni. Chiunque lo conosca sa che farebbe qualsiasi cosa per aiutare i loro figli e prova a farlo in ogni circostanza. Ha fatto in modo di essere sempre disponibile, istituendo alcune regole famigliari come ad esempio quella secondo la quale appena il principe Harry tornava da scuola, anche lui doveva essere a casa”.

“Dopo la morte di Diana, ha introdotto nella vita dei bambini la sua assistente Tiggy Legge-Bourke e ha incoraggiato le sorelle della principessa, Lady Sarah McCorquodale e Lady Jane Fellowes, ad essere presenti per i ragazzi. La moglie del suo amico Hugh van Cutsem, Emilie, è stata coinvolta affinché potesse essere una presenza materna vicina a loro”, ricorda Jobson. “Nello stesso tempo, la sua vita personale, inclusa la sua relazione con Camilla Parker Bowles, è stata congelata, almeno in pubblico, e certamente lo è stata mentre era con i figli”.

Il principe Carlo sarebbe stato molto presente e attento durante la crescita dei pargoli: “Né potrebbe essere accusato di non essersi preso cura degli aspetti psicologici nell’educazione dei ragazzi. La sua immediata reazione ai primi esperimenti di Harry con le droghe ne è un esempio. Fu dopo un party privato a Highgrove: un membro dello staff aveva sentito odore di cannabis e aveva subito avvertito Carlo, il quale, di tutta risposta, aveva subito deciso di spedire Harry in una clinica per la riabilitazione a sud di Londra. Durò soltanto un giorno, ma fu un breve shock, che sembrò funzionare”.

Da adolescente, Harry in particolare ha avuto delle difficoltà ad affrontare la morte della madre e ha ammesso di aver provato la cannabis in diverse occasioni e di aver bevuto fino all’eccesso nelle feste private e nei pub. Anche William ha avuto dei ragionevoli problemi dopo la fine del matrimonio dei genitori e dopo la morte di Diana.

Come ha affermato una fonte vicina a Carlo, dopo il tornado dovuto all’intervista-confessione dei figli: “Il principe ha fatto del suo meglio per esserci per i suoi figli durante la loro crescita, in particolare dopo la perdita della loro madre”. Secondo un’altra fonte, “dal modo in cui la campagna del principe William e del principe Harry è stata presentata e dal loro discorso sulla morte di Diana sembra come se il principe Carlo non avesse mai fatto parte del quadro. Nulla di più lontano dalla verità. C’è sempre stato per loro”.

L’affetto e la vicinanza dimostrata dal padre ai figli non sembrano essere state sempre ricambiate. Nonostante questo, scrive Robert Jobson, “Carlo è riuscito a tenere a bada le frustrazioni in maniera ammirevole e, sebbene sia stato relegato ai margini, ha espresso il suo supporto per il progetto dei figli e della nuora a favore della salute mentale”.

E se di salute mentale si parla, allora bisogna dire che, come spiega Jobson, “è stato proprio il principe Carlo, più di ogni altro nella famiglia reale, ad aprire spiragli per una discussione sulla psicologia. È stato lui ad ammettere onestamente di aver fatto ricorso alla terapia durante il suo matrimonio burrascoso. È proprio Carlo che da 40 anni parla pubblicamente del tema della salute mentale. È ironico che sia stato tagliato fuori dai giochi proprio ora”.

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