Venticinque anni fa scompariva Freddy Mercury

E’ il 24 novembre del 1991, alle ore 18.48 all’età di 45 anni Freddie Mercury muore, nella sua casa di Earls Court a Londra, per una broncopolmonite aggravata con complicazioni dovuta alla malattia del secolo: l’Aids.

Pochi giorni prima, esattamente il 22 novembre, il cantante dei Queen aveva rilasciato, tramite il suo manager, un comunicato ufficiale da dare in pasto alla stampa: “…Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell’HIV e di aver contratto l’AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano. Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa tremenda malattia…

Farrokh Bulsara, questo il vero nome di Freddie Mercury, nasce il 5 settembre 1946 a Zanzibar con ascendenze parsi e indiane. I suoi genitori originari di Gujarat, in India, sono migrati nel Regno Unito (esattamente a Feltham, pochi chilometri a Sud di Londra) quando Freddie era poco più che adolescente.

Nel 1970, dopo svariati gruppi, Freddie fonda il gruppo rock britannico dei Queen composto dal chitarrista Brian May, dal batterista Roger Taylor, dal bassista John Deacon, e da se stesso alla voce e pianoforte.

I loro concerti, veri e propri spettacoli teatrali, sono animati da un Mercury leader indiscusso: il suo carisma, la mirabile voce, la personalità istrionica, teatrale e fisica saranno elementi che contribuiranno ad eleggerlo il miglior frontman di tutti i tempi

I Queen diventeranno la miglior live-band della storia e venderanno tra i 150 e i 300 milioni di dischi.

Ma chi era nel privato Freddie Mercury? Come viveva le sue giornate?

Molte risposte a queste domande sono state date dalle persone che lo conoscevano molto bene, come Peter Freestone, assistente personale del frontman dei Queen, il quale ha raccontato in un libro sul cantante i vizi, gli anni della malattia e la sua morte.

Freestone ricorda che Freddie, quando non era impegnato a scrivere musica o ad esibirsi con i Queen, frequentava un nightclub per omosessuali dove praticava sesso spensierato e senza impatti emotivi. Aveva la tessera di socio onorario e non solo indossava indumenti fetish ma beveva Vodka e si drogava con pastiglie e polverine.

In quegli anni lo stesso Mercury diceva nelle interviste: “L’eccesso fa parte della mia natura. La noia è una malattia. Non sopporto di annoiarmi, Ho bisogno di pericolo ed emozione. Sono stato spesso ammonito di starmene lontano dai locali, perché sono troppo pericolosi. Ma io godo e non ho paura di espormi”. E ancora: “Amo chiunque.. MI sento uno straordinario oggetto sessuale virile, e sono proprio arrogante. Così in molti mi hanno mollato a causa di questo… Non hanno capito come sono davvero. Io credo di essere una specie di figura materna per un sacco di gente. Amo condividere i problemi con il prossimo”.

“Ho ideato il nome Queen, e ne sono orgoglioso… E’ soltanto un nome, ma ovviamente è molto regale, e ha un suono splendido. E’ un nome potente, universale e immediato… Ha una grande portata evocativa, ed è aperto a ogni sorta di interpretazione… Ero ben cosciente delle connotazioni gay, ma quello era soltanto un aspetto del tutto.”

L’HIV e la lunga malattia

La scoperta della malattia e la diagnosi, l’Aids, spinsero Freddie a dare un taglio ad una vita dissoluta e piena di vizi.

Il male purtroppo avanzava e le sue forze con il tempo andavano esaurendosi. Freddie era scioccato dal deperimento del suo corpo. La barba non cresceva più e ogni movimento delle mandibole era dolorosissimo. Altro punto dolente, negli ultimi mesi di vita del frontman dei Queen, era un buco sotto la pianta del piede che gli impediva di appoggiarlo a terra.
Distrutto e deperito, si recava ugualmente in studio di registrazione e anche se aveva forti dolori al petto e alla gola continuava a cantare come nulla fosse, lasciando in eredità quanto più poteva della sua voce. Finite le registrazioni Bryan e gli altri lo invitavano a cena ma lui rifiutava, aveva paura di mostrare il suo handicap nel mangiare; così qualche anno prima di morire si era fatto forza e aveva deciso di convocare gli altri della band per confidargli che aveva l’Aids.
Chiusi per un’ora in una stanza della sua casa londinese, Roger, Bryan e John pallidi e tesi, ricevettero la triste notizia da Freddie. “Dopo le parole di Freddie ho sentito un freddo dentro le ossa che non proverò mai più”, queste le parole di Bryan dopo quell’incontro.

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