Il bagno dopo mangiato?

imageBastano due ore (o per qualcuno anche due ore e mezzo) per favorire la digestione e tuffarsi di nuovo in acqua durante una giornata al mare? Nel pieno della stagione, finora, se lo saranno chiesti di sicuro in tanti. Il bagno dopo mangiato si può fare oppure no? Difficile dare un’unica risposta, anche perché gli esperti, su questo argomento, non la pensano tutti allo stesso modo.
Bufala tutta italiana

Secondo Alberto Ferrando, pediatra e istruttore di rianimazione cardiopolmonare, fare il bagno dopo mangiato si può. E quella di attendere anche oltre le due ore sotto al sole in attesa di completare la digestione potrebbe anche definirsi una vera e propria bufala. Tutta italiana, peraltro, anche se in altre culture ci sono tempi di attesa differenti (per gli anglosassoni basta mezzora, per i cubani tre ore. Per altri, anche zero minuti). Ferrando lo ha fatto notare esplicitamente durante un’intervista, consigliando comunque di non abbuffarsi quando si mangia in spiaggia, così come non è utile bere sostanze alcoliche. Evitare, poi, i tuffi da accaldati, ma non tanto per il rischio congestione, quanto per quello di sincope. Altro consiglio, quello di evitare immersioni troppo rapide: si potrebbe verificare uno shock termico tale da generare crisi vagali e conseguente svenimento in acqua.
Ma non c’è niente di vero?

Insomma, per l’esperto, dal 2005 presidente anche del comitato tecnico scientifico delle mense del Comune di Genova, sentirsi male in spiaggia, appena si entra a contatto con l’acqua, non dipende necessariamente dalla digestione post-pranzo o merenda sotto l’ombrellone. Le madri di tutto il mondo, però, continuano ad obbligare i propri figli ad attendere che la digestione sia terminata prima di consentirgli un bel bagno al mare, piscina o lago che sia. E allora, verrebbe da chiedersi: come mai da più parti si è convinti che tuffarsi dopo mangiato possa provocare dei rischi concreti per l’uomo? Se un’abitudine è così radicata in più società, forse qualcosa di vero in tutto questo c’è.
Rischio congestione?

Per tantissimi, il vero pericolo che si corre è quello di una congestione, ovvero di un blocco intestinale legato al cambiamento repentino della temperatura una volta in acqua. Secondo altri esperti, però, a contare non è tanto la distanza dal pasto, quanto il tipo di pasto, la temperatura dell’acqua rispetto a quella esterna e la rapidità d’immersione. A questo scopo, probabilmente, l’indicazione più giusta è di non fare pasti troppo ricchi in grassi e proteine (che necessitano una digestione lunga e laboriosa), ma preferire carboidrati. Qualche esempio? Un piatto di pasta semplice o un bel panino con i pomodori.

Lo studio dell’Iss

Inoltre, non bisogna dimenticare che probabilità che un malore sia causa di affogamento è molto ridotta. Stando ad una indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, infatti, la maggior parte dei decessi per annegamento ha luogo per altre ragioni: imperizia, condizioni balneari sfavorevoli (forti correnti o mare mosso), consumo di alcolici e mancato controllo da parte di genitori (per quanto riguarda i bambini), mentre il malessere è associato ad annegamento, quasi unicamente, nella classe over-50.
Tutto regolare

Un’altra motivazione che spinge in tanti a pensare che prima delle due ore dal pasto non ci si debba neppure avvicinare all’acqua farebbe riferimento al dirottamento dell’afflusso sanguigno verso l’intestino in digestione a discapito del muscolo impegnato a nuotare, con conseguente affaticamento e crampi. Ma di fatto l’apparato cardiovascolare dell’uomo è perfettamente in grado di fare fronte alle due necessità contemporaneamente e appare pertanto evidente che a fare la differenza, quindi, sia il tipo di attività fisica che si sta facendo.
Qualche consiglio

In sintesi, comunque, appare evidente che fare il bagno dopo mangiato si può. E per ridurre al minimo il rischio di incidenti al mare o in piscina, soprattutto se si è con i più piccoli, è fondamentale, ad esempio, non perdere mai di vista i bambini quando sono in acqua, monitorare le correnti e la profondità, far bagnare i piccoli gradualmente, in particolare modo nel caso di acqua fredda e offrire (o consumare), prima del bagno pasti leggeri e prevalentemente a base di carboidrati.

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