Moglie e marito: se Favino diventa Kasia (e viceversa)

Tante volte si è vagheggiata la vita altrui, immaginando cosa mai potrebbe accadere se le parti si invertissero: succede anche in Moglie e marito, al cinema dal 12 aprile, opera prima di Simone Godano costruita su un improbabile scambio di ruoli. In cui l’amore coniugale diventa espediente e non fulcro della narrazione.

Andrea (Pierfrancesco Favino) e Sofia (Kasia Smutniak) sono una coppia stanca, i cui dieci anni di matrimonio si sono trasformati in un logorio affettivo per il quale il divorzio sembra essere l’unica soluzione plausibile. Fato vuole, però, che le congetture sulla separazione vengano frenate da un disastro scientifico, in seguito al quale i due si trovano prigionieri l’uno del corpo dell’altra. Andrea, brillante neurochirurgo, diventa Sofia, Sofia, presentatrice televisiva dalle grandi ambizioni, diventa Andrea e la commedia si tramuta in un gioco d’equivoci, rocambolesco eppur riflessivo.

Lo scambio di ruoli, nell’economia di una trama che vuole essere divertente e leggera, si fa pretesto attraverso il quale indagare le dinamiche di coppia e, insieme, quei meccanismi di reciproca comprensione che diventano tali solo quando si abbraccia con totalità la prospettiva altrui.

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