La versione di Camilla: «Quando ero prigioniera in casa mia»

Il più grande scandalo, per la monarchia britannica, dopo Wallis Simpson (ed Edoardo VIII). La relazione tra Camilla Parker-Bowles e il principe Carlo d’Inghilterra per molti anni è stata considerata così. C’è stato un tempo, infatti, in cui la duchessa di Cornovaglia era «solo» l’amante – non troppo discreta – dell’erede al trono. La principessa Diana, sua prima moglie, non ne ha mai fatto mistero: «Il nostro matrimonio è sempre stato troppo affollato», ha rivelato la mamma di William e Harry in una celebre intervista, poco prima del loro divorzio, datato agosto 1996.

Un anno dopo un tragico incidente sarebbe costato la vita a Lady Diana.

E quasi 10 anni dopo, com’è ormai noto, Carlo e Camilla sono andati a nozze. Camilla, il prossimo 17 luglio, compirà 70 anni. E a Clarence House si prepara una grande festa (parteciperà anche la regina Elisabetta). In attesa dell’importante compleanno, la duchessa di Cornovaglia si è lasciata andare – per la prima volta – a una lunga intervista in cui ha raccontato anche i (turbolenti) primi anni col principe Carlo.

«Non potevo uscire, ero prigioniera nella mia casa, è stato davvero orribile», ha raccontato in un lungo reportage del settimanale You del Mail on Sunday, ritornando al tempo in cui la relazione con il reale divenne pubblica e scoppiò lo scandalo. «Non augurerei una cosa del genere nemmeno al mio peggior nemico, sono sopravvissuta grazie alla mia famiglia», ha aggiunto, facendo riferimento ai figli Tom e Laura, avuti dal matrimonio con Andrew Parker Bowles, dal quale ha divorziato nel 1995.

Secondo gli esperti di affari reali, Charles e Camilla furono presentati nel 1971, e fu un colpo di fulmine. Tra loro «finì» nel 1973, quando lei decise di sposare Parker-Bowles. Qualche anno dopo, però, la loro relazione si riaccese. Il resto è storia.

Camilla racconta oggi di avere utilizzato il tempo della sua «prigionia» per leggere e imparare a dipingere, passioni che condivide con il marito. E lei e i figli erano soliti anche contare con un binocolo quanti paparazzi si fossero nascosti nel loro giardino.

Il presente, da seconda moglie «ufficiale», è tutt’altra storia. Gli impegni pubblici, però, richiedono molto lavoro: «Vivo in compagnia dell’adrenalina. Al mattino ti svegli e pensi di non potercela fare, ma poi lo fai, devi farlo. Se sei una persona positiva è più facile. La gente è sempre come un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Io penso positivo». Ad aiutarla – oggi come allora – è il suo grande senso dell’umorismo: «Spesso, davanti a situazioni davvero particolari, quando qualcosa per esempio non funziona come dovrebbe, faccio fatica a non scoppiare a ridere».

Il suo segreto, ha aggiunto, è non prendersi troppo sul serio, soprattutto per quanto riguarda le questioni reali: «A volte mi dico: “Chi è questa donna? Non posso essere io”. Solo così si sopravvive».

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