La ragazzina dell’Impruneta, la sedicenne che interpretò L’ultimo bacio, è un lontano ricordo. Oggi Martina Stella ha 32 anni e pur conservando la stessa bellezza – castigata in una tuta nera che però evidenzia le curve perfette e le lascia scoperte le caviglie sottili – ha uno sguardo diverso, gesti misurati, esageratamente controllati, come se dovesse tenere a freno qualcosa. Una metamorfosi che si è svolta nell’arco di quindici anni: da lolita italiana, fidanzata di personaggi famosi (Valentino Rossi, Lapo Elkann), a madre, a genitore single, a moglie di Andrea Manfredonia, il procuratore sportivo che ha sposato lo scorso settembre. A lui e a Ginevra, la bimba che ha avuto quattro anni fa dall’hair stylist Gabriele Gregorini, si deve la nuova Martina Stella che, nel frattempo, non ha mai smesso di recitare.
Il 17 febbraio torna in Tv su Canale 5 con la serie in 10 puntate Amore pensaci tu, che racconta con il tono della commedia le dinamiche particolari di quattro famiglie imperfette (nel cast anche Filippo Nigro, Giulia Bevilacqua, Fabio Troiano e Giuliana De Sio). Una di queste, i La Neve, è composta da Elena (Martina) con il marito Jacopo (Carmine Recano), calciatore viziato, e tre figli. Ma lei è corteggiata dal procuratore sportivo del marito, uomo responsabile e maturo.
Amata da un procuratore sportivo nella vita e nella fiction.
«Quando ho letto il copione mi ha fatto molto ridere questa coincidenza».
Si intende di calcio?
«Per niente, e faccio figuracce orrende. Tifo Fiorentina ma non seguo il campionato, quindi commento sempre a sproposito, e non conosco né calciatori né allenatori».
Se le dico Higuaín?
«Zero».
Icardi?
«Sì, lui sì».
Con un calciatore nella vita è mai stata?
«Mai. Mi ha divertito interpretare Elena, che non è lo stereotipo della velina: ha una vita agiata, una bellissima casa, non lavora ma si dedica al cento per cento ai figli, non a se stessa. Sì, fa molti errori, e interpretare certe situazioni, dire certe cose ai bambini, magari alzando la voce, mi è molto costato in termini emotivi. Mi piace però che tutti i personaggi della serie, anche se imperfetti, siano spinti dal desiderio di migliorare».
Lei non alza mai la voce con sua figlia?
«No. Ho letto che non serve a nulla, se non a mortificare il bambino».
A volte la pazienza si perde comunque.
«Posso sfogarmi con le amiche o con mio marito ma con Ginevra mi controllo e se proprio sento di non farcela a trattenermi, vado in un’altra stanza, respiro a fondo e mi sforzo di tornare con un discorso sensato per una bambina di 4 anni. Se non studi le fasi evolutive, non puoi sapere qual è il linguaggio giusto».
«Mi piace documentarmi, sempre. E sono appassionata di psicologia. Ho molti amici, persone con cui ho fatto terapia (sono stata in analisi tanti anni), cui ho chiesto consigli su come crescere la bambina e anche su come gestire l’arrivo nella nostra vita di una terza persona. So chiedere aiuto a chi ne sa più di me. La maternità è una grande opportunità di crescita per una donna: mia figlia mi ha obbligato a guardarmi allo specchio e a capire tante cose di me che dovevo cambiare».
In tanta dedizione, come ha trovato spazio un nuovo amore?
«Con Andrea ci siamo conosciuti da amici comuni, però non è stato un colpo di fulmine, una mamma single non può permetterselo: l’amore è anche passione ma se hai una figlia e un progetto di famiglia devi restare lucido. Andrea è stato intelligente e anche molto paziente: continuavo a rimandare il nostro primo appuntamento perché avevo la bambina malata; lui ha capito le mie priorità e io non ho fatto nulla per nasconderle. Credo si sia innamorato di me proprio per l’attaccamento che ho per la famiglia, siamo molto simili. Di matrimonio abbiamo parlato subito, anche perché non gli avrei presentato mia figlia se fosse stato indeciso, di errori ne ho già fatti abbastanza».